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Fisioterapista a Pistoia

Il mio lavoro consiste nel rispristinare la funzionalità delle parti del corpo colpite da disfunzioni motorie che ne inibiscono la normale attività.

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Mission Riabilitativa

Il mio lavoro consiste nel rispristinare la funzionalità nelle parti del corpo colpite da disfunzioni motorie, che ne inibiscono la normale attività.
Per ottenere questo risultato applico i metodi più attuali che la ricerca scientifica riconosce a livello internazionale, e che tengono conto delle esigenze del paziente, dall’anziano allo sportivo, attraverso programmi individualizzati e finalizzati ad assicurare il massimo recupero possibile delle funzioni lese: il fine programmato è di agevolare il reinserimento nella pratica delle attività quotidiane, e garantire un innalzamento dello standard della qualità della vita.

Detto in termini pratici, l’approccio fisioterapico che adotto consiste in tre punti essenziali.

1) Ricerca di soluzioni specifiche in soggetti con disturbi del movimento, attraverso:
    - un’accurata valutazione e diagnosi funzionale del disturbo motorio;
    - una pianificazione del trattamento altamente individualizzato, progettato sulla base dei risultati ottenuti in sede di valutazione;
    - rivalutazione costante del cambiamento clinico, anche attraverso scale di misurazione;
    - management del soggetto fuori della seduta di fisioterapia (gestione domiciliare, cambiamento di abitudini scorrette, insegnamento di esercizi di trattamento e prevenzione di possibili recidive, dialogo con i familiari ecc).
2) Trattamento e gestione del dolore persistente – anche in questo caso attraverso programmi personalizzati – avvalendomi di fisioterapia e attività fisica integrati, con lo scopo di ridurre l'uso di farmaci antidolorifici.
3) Promozione della salute educando il soggetto sano al movimento e all’attività fisica, intesi come elemento preventivo delle disfunzioni articolari e delle malattie neuro-muscolo-scheletriche.

Metodo di Lavoro

Un’accurata anamnesi funzionale è la base sulla quale costruire un percorso di cura personalizzato, che tenga in considerazione i bisogni reali sia della persona, sia degli eventuali care giver che l’assistono. Questo, allo scopo di raggiungere gli obiettivi stabiliti.

Nello specifico, i trattamenti riabilitativi che propongo sono costituiti dalla terapia manuale e dalla rieducazione funzionale di tutti i distretti corporei coinvolti, più o meno direttamente, nella disfunzione del movimento: il sistema motorio è infatti costituito da componenti altamente interattive, per cui è necessario che la diagnosi funzionale e il trattamento fisioterapico ne tengano conto.
Per esempio, frequentemente succede che il movimento delle anche e persino delle braccia possa causare – e contribuire ad aggravare – la lombalgia; allo stesso modo il movimento degli arti superiori può contribuire alla cervicalgia, così come l’allineamento tronco-bacino influenza il ginocchio e il piede.
Inoltre, le disfunzioni di movimento sono influenzate da numerosi altri fattori, comprese le variazioni strutturali, la conformazione corporea e una particolare situazione emotiva che il soggetto sta vivendo.

La durata di una seduta e la frequenza del trattamento sono variabili, essendo stabiliti considerando sia il quadro individuale complessivo sia il coinvolgimento più possibile attivo del paziente, accuratamente istruito per la parte del progetto riabilitativo da eseguire a casa.

Il soggetto sarà quindi educato e ampiamente informato riguardo alla struttura e ai tessuti coinvolti nella lesione, alla sindrome da disfunzione di movimento primaria o secondaria che causa il problema, alla gestione del dolore, così come ai tempi approssimativi di recupero e di ritorno all’attività.

TRATTAMENTI

Trattamenti riabilitativi per la schiena

Il trattamento del mal di schiena (LBP) è uno dei miei campi d’interesse essendo questa una patologia molto comune. La maggior parte delle disfunzioni della colonna sono il risultato di movimenti ripetuti e posture mantenute che causano un allineamento alterato, una cattiva stabilizzazione muscolare e scorretti schemi di movimento del rachide.
Gli obiettivi sono in modo sequenziale la riduzione del dolore, il recupero della mobilità o della stabilità articolare, il miglioramento del controllo muscolare e l’insegnamento di gesti e di posture corrette.

Le diagnosi mediche più comunemente trattate sono:

  • protrusione o erniazione discale
  • patologia degenerativa del disco
  • spondilolisi
  • stenosi spinale
  • osteoporosi

Sulla base degli stessi concetti verranno tratti e valutati tutti i disturbi funzionali che riguardano il tratto cervicale e il tratto toracico della colonna:

  • cervicalgia
  • cervicobrachialgia
  • mal di testa cervicogenico
  • ernia del disco cervicale
  • disturbi dell’equilibrio
  • esiti d’intervento chirurgico di stabilizzazione vertebrale
  • esiti di colpo di frusta
  • sindrome T4

Trattamenti riabilitativi per la spalla

Per quanto ci riguarda l’approccio a cui faccio riferimento per identificare e trattare i problemi inerenti al dolore di spalla si basa sulla premessa che un’alterazione della precisione del movimento determini microtraumi e, se non curata, possa portare a traumi maggiori e dolore.
L’obiettivo della valutazione è l’identificazione delle disfunzioni del movimento e dei loro fattori contribuenti al fine di formulare una diagnosi funzionale che mi guiderà nel successivo trattamento. Nella valutazione delle patologie di spalla non mancherà anche quella del tratto cervicale e toracico della colonna vertebrale non solo per effettuare un’eventuale diagnosi differenziale, ma per effettuare un trattamento completo di tutti fattori che possano contribuire al disturbo motorio di tale articolazione.

Le principali diagnosi trattate sono:

  • tendinopatia della cuffia dei rotatori
  • conflitto della spalla
  • rottura parziale della cuffia dei rotatori
  • tendinopatia del bicipite
  • tendinopatia del sovra spinato
  • sublussazione omerale
  • Cervicobrachialgia
  • Tendinopatia calcificata
  • Esiti di intervento chirurgico

Trattamenti riabilitativi per il gomito

Le disfunzioni del gomito possono essere causate da un trauma acuto o possono essere il risultato di attività ripetitive o effettuate per un tempo prolungato. Affinchè un trattamento sia efficace è richiesta un’adeguata gestione sia della lesione acuta del tessuto, sia delle disfunzioni del movimento sottostanti.

Le patologie più comunemente trattate sono:

  • esiti di intervento chirurgico
  • epicondilite mediale (epitrocleite, gomito del golfista)
  • gomito del tennista
  • Tendinopatia dei muscoli flessori
  • Deolezza della mano
  • Neurite del nervo ulnare
  • esiti di fratture
  • esiti di lussazioni
  • esiti di operazioni chirurgiche a carico del gomito e avambraccio

Trattamenti riabilitativi per la mano e per il polso

Le disfunzioni della mano possono essere molto frequenti come conseguenza di una lesione acuta o di attività ripetitive o prolungate, oltre che l’esito di interventi chirurgici.l distretto articolare polso-mano è di particolare interesse. Dopo la risoluzione dello stadio acuto delle lesioni traumatiche cerchiamo di eseguire un esame completo del sistema di movimento per stabilire una diagnosi relativa alla disfunzione del movimento principale. Anche per le problematiche causate da attività ripetitive o prolungate e quindi dovute a una lenta insorgenza non si utilizzano protocolli di trattamento standardizzati ma metodiche che valutino in modo particolareggiato il movimento.

Le patologie più comunemente trattate sono:

  • esiti di frattura dopo immobilizzazione
  • esiti di frattura dopo intervento chirurgico
  • lesione del nervo mediano
  • lesione del plesso brachiale
  • patologia degenerativa articolare del pollice
  • dolore al pollice
  • esiti di lussazioni articolare
  • Fenomeno di Raynaud
  • Intrappolamenti neurali
  • Ipermobilità accessoria delle articolazioni della mano
  • Edema
  • Rizoartosi o dolore al pollice
  • sindrome di de Quervain e Dupuytren
  • Dolori articolare alla MF o IFP delle dita
  • Sindrome del tunnel carpale
  • CRPS

Trattamenti riabilitativi per l’anca

La maggior parte delle sindromi dolorose che colpiscono l’anca nascono da una disfunzione dei muscoli che si inseriscono sulla parte prossimale del femore e che controllano l’allineamento e il movimento del femore nell’acetabolo e possono essere confusi, o certe volte coincidere, con quelli delle sindromi della colonna lombare. Il nostro scopo è quello di effettuare una diagnosi differenziale per individuare esattamente l’origine del dolore se la sindrome interessa l’anca o la colonna lombare o entrambe per risolvere completamente il problema.

Le diagnosi più comunemente trattate sono:

  • esiti di intervento chirurgico di PTA
  • artrosi
  • DCA
  • Segni precoci di patologia degenerativa articolare
  • tendinopatia dell’ileo-psoas o borsite dell’ileo-psoas
  • stiramento degli adduttori o tendinopatia
  • dolore inguinale
  • sindrome dell’anca a scatto
  • borsite trocanterica
  • sindrome del piriforme
  • sindrome da ipermobilità
  • tensione/stiramento degli ischio-crurali
  • sciatalgia
  • disfunzione della sacro-iliaca

Trattamenti riabilitativi per il ginocchio

Le problematiche del dolore al ginocchio comunemente affrontate da noi comprendono: esiti di PTG, SFR, lesioni traumatiche (ad esempio per rottura del LCA) o patologie degenerative come l’osteoartosi.
Il trattamento per noi non è solo rivolto alla riduzione del dolore ma anche a ristabilire la funzione persa basandosi quindi non solo sull’origine strutturale dei sintomi ma lavorando inoltre sulla correzione di pattern di movimento anormali in maniera tale da alleviare i sintomi, migliorare la funzione e prevenire future lesioni.

Esempi di patologie trattate da noi sono:

  • esiti di Protesi di ginocchio
  • esiti d’intervento del legamento collaterale
  • disfunzione dell’articolazione femoro-rotulea
  • lussazione rotulea
  • tendinopatia o stiramento degli ischio-crurali
  • esiti di lesione meniscale
  • tendinopatia o borsite della zampa d’oca
  • gonalgia
  • Tendinite rotulea
  • Sindrome di Osgood-Schlatter

Trattamento riabilitativo per il piede-caviglia

L’impiego della classificazione secondo il sistema di movimento per l’esame e il trattamento delle problematiche del dolore neuro-muscolo-scheletrico relative a piede e caviglia si basa sulla premessa che una parte consistente dello stress che provoca il danno tissutale sia stretta conseguenza di un movimento impreciso (escursione eccessiva o insufficiente rispetto alle esigenze funzionali) ripetitivo o della durata di una postura.

Come fisioterapisti ci prefiggiamo lo scopo di esaminare la lunghezza e la performance muscolari, l’escursione articolare e la facilità con cui piede caviglia, ginocchio, anca e colonna si muovono. In questo modo potremo essere in grado di individuare gli elementi che contribuiscono a produrre stress nei diversi distretti anatomici distali o prossimali, non solo al livello del piede ma di tutto l’arto inferiore. Sarà inoltre fondamentale valutare le attività quotidiane e le abitudini del soggetto e tenere in considerazione l’impatto di altri fattori quali ad esempio il peso corporeo o l’età su eventuali patologie.

Le diagnosi più comunemente trattate sono:

  • esiti di fratture da stress della tibia, del I e V MT,
  • tendinite o stiramento dei muscoli peronieri
  • fascite plantare
  • metatarsalgia
  • infiammazione del tendine d’Achille
  • esiti d’intervento chirurgico con riduzione di frattura tramite viti e placche a livello di caviglia e piede per fratture trimalleolari
  • esiti di rottura/sutura di tendini o muscoli
  • chirurgia in seguito a microfratture
  • osteoartrosi delle articolazioni del piede
  • intrappolamento del nervo peroniero superficiale
  • esiti di lesione dei legamenti collaterale laterale
  • esiti d’intervento per alluce valgo

Trattamento riabilitativo per l’osteoporosi

Per prevenire o rallentare la comparsa dell’osteoporosi occorre correggere i fattori di rischio modificabili. Come fisioterapisti possiamo valutare e promuovere l’attività fisica come elemento preventivo e parzialmente curativo del processo patologico e intervenire sui fattori di rischio di caduta:
valutazione e trattamento delle disabilità motorie, disturbi dell’equilibrio, deficit visivi, eliminazione dei rischi ambientali. Il nostro trattamento si rivolge a tutte le persone e alle donne in modo particolare che hanno diagnosi di osteopenia e osteoporosi e comprenderà una visita medica (ortopedica, fisiatrica,geriatrica ecc) e assistenza fisioterapica.

Nello specifico l'attività fisioterapica si svolgerà con delle sedute settimanali di circa un’ora ciascuna,la durata del ciclo dipenderà dalle necessità del soggetto e verrà stabilita in stretta collaborazione con le diverse figure mediche eseguendo così il programma secondo un protocollo ben definito, con un carico di lavoro che risulterà incrementato e diversificato nel tempo.

Il protocollo di lavoro prevederà esercizi di carico dinamico sull’osso, rinforzo muscolare dei muscoli del tronco e degli arti, esercizi di equilibrio e coordinazione per la prevenzione delle cadute con il recupero di schemi motori complessi, esercizi per la mobilità e flessibilità articolare, esercizi di stretching, esercizi respiratori.

Trattamenti riabilitativi del balance

L’obiettivo di questa parte della fisioterapia è quello di valutare e trattare le problematiche legate all’equilibrio posturale (balance: steady state, reactive, proactive) che portano alla perdita dell’indipendenza funzionale e alla caduta negli adulti e negli anziani con disturbi motori di natura ortopedica o neurologica. Negli ultimi anni si è sviluppata molta ricerca relativa alle basi neurofisiologiche dell’equilibrio normale o compromesso da cui partire per strutturare la pratica riabilitativa del trattamento di questi disordini attraverso l’uso di test per la misurazione del balance e della mobilità funzionale.

La fisioterapia in questo ambito si orienta sui metodi per migliorare l’equilibrio posturale , prevenire o ridurre le cadute quando le persone anziane o con problemi neurologici si trovano in ambienti complessi o nel caso in cui debbanno risolvere più compiti contemporaneamente. La riabilitazione del balance è indirizzata inoltre al trattamento di adulti con problemi di equilibrio e di mobilità in seguito a disordini motori di qualsiasi natura attraverso programmi basati sull’evidenza (A. Shumway- Cook e M. Woollacott)

Per fare questo è necessaria una valutazione delle componenti motorie, sensitive e cognitive che sono alla base del balance per pianificare adeguate strategie di trattamento a seconda del sistema maggiormente interessato come causa principale del disturbo dell’equilibrio.

Trattamenti di neuroriabilitazione

Per quanto ci riguarda un altro campo di applicazione della riabilitazione è quello rappresentato dai disturbi del movimento di natura neurologica sia centrale che periferica compreso disturbi del SN autonomo trattati secondo il concetto Bobath o Maitland.

Il trattamento e il recupero di adulti che hanno subito una lesione del SN in seguito a malattia o trauma è uno dei compiti più importanti e impegnativi nel campo della riabilitazione. Questo è dovuto non solo alla complessità delle funzioni perdute ma anche al grave handicap che spesso ne deriva.

Le diagnosi più comunemente trattate sono:

  • Emiplegia per esiti di ictus ischemico, emorragico o neoplastico
  • Esiti di lesione midollare completa o incompleta
  • Atassia sensitiva o cerebellare
  • Morbo di Parkinson e sindromi parkinsoniane
  • Sclerosi multipla
  • SLA
  • Esiti di lesioni del nervo mediano
  • Esiti di lesioni del nervo radiale
  • Esiti di lesione incompleta del plesso brachiale nell’adulto
  • sindrome di Guillain-Barrè
  • neuropatia diabetica
  • esiti di polineuropatie carenziali-nutrizionali
  • malattia di Charcoth-Marie-Tooth
  • atrofia muscolare spinale
  • miopatia congenita

METODI

Tecarterapia

La tecarterapia (trasferimento energetico capacitivo-resistivo) è una tecnica che stimola l'energia dall'interno dei tessuti biologici, attivando i naturali processi riparativi e antinfiammatori.

È una delle più importanti terapie fisiche usata a livello internazionale nel trattamento delle disfunzioni neuro-muscolo-scheletriche, e la sua efficacia aumenta se associata e integrata, con un corretto ragionamento clinico, alle tecniche di terapia manuale e alla rieducazione funzionale.

La “tecar” può essere utilizzata a diversa potenza, con la possibilità di produrre 3 effetti principali sul tessuto biologico, in funzione del tipo di patologia e della sintomatologia del paziente.

Per tale motivo è necessario che l'operatore sviluppi un'elevata esperienza clinica e manipolativa, oltre ad avere le conoscenze tecniche dell'apparecchio: 3 sono i principali effetti prodotti sono:


1) Bio-stimolazione (a bassa potenza)

Questo effetto non prevede un aumento di temperatura del tessuto, ed è indicata nelle fasi acute e nei processi infiammatori.

Comporta, principalmente:

  • bio-stimolazione cellulare;
  • miglioramento del metabolismo cellulare;
  • riduzione del dolore;
  • drenaggio.

2) Vascolarizzazione (a media potenza)

La vascolarizzazione determina un lieve aumento della temperatura, per effetto dell'aumento di massa ematica a livello micro-circolatorio, oltre a un aumento del drenaggio venoso, con miglioramento dell'ossigenazione dei tessuti e del trofismo muscolare, utili nelle fasi sub-acute e nei processi di cicatrizzazione.

La vascolarizzazione favorisce:

  • aumento della micro-iperemeia;

  • aumento del flusso intra-cellulare di ossigeno;

  • aumento del metabolismo cellulare;

  • incremento del riassorbimento venoso e linfatico.

3) Iper-attivazione (ad alta potenza)

L'iper-attivazione produce il massimo effetto termico per iper-afflusso ematico; in questo modo è possibile aumentare fortemente il metabolismo cellulare e intraprendere nel tessuto un processo di ristrutturazione che ne combatta la fibrosi, anche nei casi in cui questa sia presente da tempo.


DSM: l' approccio fisioterapico secondo S. Sahrmann

L'approccio fisioterapico di Shirley Sahrmann si basa sull'identificazione e sul trattamento del DSM (Sindromi da Disfunzioni di Movimento), termine che è utilizzato per indicare il dolore neuro-muscolo-scheletrico idiopatico, cioè dovuto ad alterazioni posturali e del movimento, e che insorge in maniera apparentemente spontanea.

Tali sindromi vengono definite come delle condizioni di dolore che originano dall'irritazione del tessuto miofasciale, periarticolare e articolare dovute a piccole alterazioni nella precisione del movimento. La loro origine e la causa del mantenimento sono traumi meccanici, spesso microtraumi che a lungo termine possono trasformarsi in macrotraumi e causare dolore.

Tali meccanismi spesso si associano a sovraccarico, inteso come l'utilizzo ripetuto oppure un carico eccessivo in posizione mantenuta, che provocano sollecitazioni tali da superare la soglia di tolleranza del tessuto interessato, determinandone quindi una lesione: un carico eccessivo può verificarsi in un singolo episodio, nell'esecuzione di un'attività, o nella ripetizione di determinati movimenti.

Una sindrome da sovraccarico può presentarsi in tempi più o meno brevi, ma anche dopo molti anni dalla cessazione dell’attività che li ha provocati.

Per fornire trattamenti efficaci il terapista deve:

  • sviluppare un' ipotesi ragionevole dei fattori causali e dei fattori contribuenti;

  • eseguire un esame specifico e sistematico di questi fattori;

  • formulare una diagnosi funzionale per dirigere il trattamento fisioterapico;

  • provvedere a una strategia di trattamento basata sulla diagnosi delle DSM e sui fattori contribuenti;

  • quantificare i risultati del trattamento.


Concetto Maitland

Quello definito da Maitland è un concetto di terapia manuale applicabile ai disturbi articolari, muscolari e del sistema nervoso periferico.

L'approccio Maitland al trattamento differisce dagli altri non tanto nella meccanica della tecnica, quanto nell’atteggiamento verso il paziente e il suo problema, secondo un criterio unico nel panorama della fisioterapia manipolativa. È importante specificare i punti che rappresentano l'essenza del Maitland, a cui il fisioterapista manipolativo deve sempre attenersi:

  • l'ampio sviluppo dei concetti di valutazione e di trattamento;

  • l’obbligatorietà nel conoscere concetti fondamentali della fisio-patobiologia;

  • la necessità di assicurare alti livelli di competenza;

  • l'evoluzione dei concetti che, in continuo divenire, devono ampliarsi e progredirsi;

  • la necessità di un esame dettagliato e di un approccio esame-trattamento-riesame.

James Cyriax, uno dei fondatori della medicina ortopedica e uomo di grande influenza nello sviluppo della terapia manipolativa diceva di J. Maitland: «... il grande lavoro di Maitland è la sua sobrietà. Non ha trasformato le sue tecniche manipolative in un culto; in realtà preferisce evitare le argomentazioni teoriche, per insistere sugli effetti pratici della manipolazione. Il paziente viene esaminato a intervalli frequenti durante la seduta, per consentire al manipolatore di valutare il risultato del suo trattamento fino a quel punto. Continua e modifica la sua tecnica con il cambiamento o con l'assenza di cambiamento individuato. Il fisioterapista ottiene la fiducia del paziente utilizzando manovre delicate e, se “il caso risponde bene”... non è necessario andare oltre.» (tratto da E. Hengeveld, K. Banks Manipolazioni vertebrali di Maitland, Elsevier Masson editore, 2008). 

Manipolazione fasciale secondo Luigi Stecco

La manipolazione fasciale secondo Luigi Stecco, è un metodo scientifico di valutazione e trattamento globale dei disturbi neuro-muscolo-scheletrici e viscerali, che si basa sul trattamento delle densificazioni nella fascia per ristabilire l'equilibrio del sistema fasciale e quindi la sua fisiologica tensione.

La “fascia profonda” è una struttura molto potente e importante per il sistema motorio, che ha un ruolo fondamentale nell'allineamento posturale del corpo, nel reclutamento muscolare e nel controllo propriocettivo.

Il metodo di Luigi Stecco è efficace se si adotta come approccio globale – quindi non segmentale –nel trattamento della disfunzione motoria, passando attraverso una specifica valutazione nel genere del problema, dei dolori concomitanti e dei dolori precedenti. L'anamnesi serve per fare delle ipotesi molto precise sulle strutture miofasciali da trattare (sequenze, diagonali, spirali o catenarie miofasciali), e per capire il percorso dei compensi che, nel corso del tempo, la fascia ha attuato per mantenere il più possibile un equilibrio tensionale.

Le logiche di trattamento sono ben precise ed è fondamentale essere attenti per ottenere l'equilibrio tensionale tra i due emisomi corporei.

La manipolazione fasciale secondo Stecco ha avuto negli ultimi anni un enorme sviluppo, per la sua efficacia clinica.



Metodo McKenzie

Il metodo McKenzie di diagnosi e terapia meccanica, è un metodo riconosciuto a livello internazionale per la valutazione e la cura del dolore della colonna vertebrale e degli arti.

Si tratta di un metodo che si basa essenzialmente sull'auto-trattamento del paziente a seguito di una valutazione accurata e affidabile da parte del fisioterapista, secondo l’approccio che prevede tre fasi fondamentali.

  • La valutazione fisioterapica, che si sviluppa attraverso un'anamnesi particolareggiata dei sintomi e di come si comportano e si manifestano nelle attività: valutazione che avviene attraverso movimenti ripetuti che servono per capire come la capacità di movimento e i sintomi si modificano, con l’obiettivo di capire la categoria meccanica del problema del paziente.

  • La classificazione della sindrome, che avrà caratteristiche specifiche date dalla valutazione vista al punto precedente.

  • La gestione e il trattamento dei sintomi, che sono altamente specifici per il problema del paziente e che prevedono la prescrizione di esercizi precisi e di posture consigliate – sia da eseguire oppure da evitare – temporaneamente, per la risoluzione della disfunzione.

  • Lo scopo del metodo McKenzie è di ottenere il miglior risultato con una ripetizione quanto possibile minore di sessioni, così da poter risparmiare tempo e soldi, pur garantendo la qualità del risultato.

    Per questo il trattamento enfatizza la partecipazione attiva del paziente, che potrà essere in grado di auto-trattarsi con successo una volta acquisiti gli strumenti necessari, ripetendoli tutte le volte che lo stesso quadro clinico si ripresenterà.

    Concetto Bobath

    Il Concetto Bobath è l'approccio riabilitativo più praticato al mondo, in ambito neurologico.

    Questa metodica prevede la valutazione e il trattamento di persone con disturbi della funzione, del movimento e del controllo posturale, provocati da una lesione del sistema nervoso centrale.

    Lo scopo del trattamento secondo il Concetto Bobath è quello di ottimizzare il comportamento motorio, migliorando il controllo posturale e il movimento selettivo di tutto il corpo, globalmente.

    Le strategie di trattamento utilizzate comprendono la manualità del terapista, che assiste il paziente durante l'esecuzione del movimento, ma anche la modifica del contesto ambientale e la scelta del compito funzionale.

    La continua ricerca nella selettività del movimento e l'integrazione tra postura e movimento ne costituiscono gli elementi chiave di trattamento.

    FAQ

    Il trattamento fisioterapico è rivolto a risolvere i disturbi articolari, muscolari, miofasciali indotti dal movimento ripetuto o da posture sostenute che hanno generato il dolore.


    La fisioterapia è in grado di restituire alle strutture articolari le loro normali posizioni o comunque di recuperare posizioni libere da dolore e di correggere comportamenti motori disfunzionali che creano e mantengono attive le sindromi dolorose.

    Il tempo della singola seduta è variabile, di solito non dura meno di un'ora. Il trattamento consiste in un processo di combinazione continua di valutazione e trattamento dei disturbi motori in linea con le attuali conoscenze scientifiche.


    La valutazione e il trattamento della disfunzione motoria avvengono attraverso l'utilizzo di diverse tecniche di mobilizzazione articolare, di neurodinamica, miofasciali e di controllo motorio adattati al singolo paziente.

    Non esiste un numero prestabilito di sedute per patologia, poiché le risposte del tessuto disfunzionale sono estremamente soggettive. La durata del progetto di cura si delinea nel tempo in base ai risultati ottenuti. In linea generale si tende a vedere i pazienti meno frequentemente, ma è importante il monitiraggio a lungo termine per ottenere un risultato stabile e duraturo.

    E' fondamentale che il paziente partecipi attivamente al progetto riabilitativo attraverso una partecipazione costante alle sedute e seguendo le indicazioni fornite in sede di trattamento correggendo nelle attività quotidiane o nello sport gli schemi di movimento disfunzionali e le posture sostenute e scorrette.


    Individuare le attività funzionali che causano dolore e correggerle rappresenta un obiettivo più importante rispetto alla stesura di un programma di esercizi terapeutici e all'esecuzione di tecniche in sede di trattamento.

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